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Non è più “sesso, droga e rock’n’roll”, ma “sesso, arte e malattie”

Siamo in piena estate e per quanto sia la primavera il periodo degli amori e degli accoppiamenti nel regno animale, è la stagione più calda che si guadagna il primato in fatto di rapporti sessuali tra noi esseri umani.

È un insieme di elementi che giocano a favore di una maggiore ginnastica da letto: per i più giovani sono le vacanze scolastiche, per noi più “grandicelli” sono le ferie, le nuove esperienze e le nuove conoscenze che si fanno anche attraverso i viaggi. Il caldo, il sole, il mare, le feste in barca e in spiaggia… Insomma, l’atmosfera suggestiva c’è!

Purtroppo, di conseguenza, è in corso anche un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili.

Proprio pochi giorni fa, infatti, si è conclusa la sedicesima edizione dell’Icar (Italian Conference on Aids and Antiviral Research), che ha portato alla luce un quadro decisamente drastico: tra i giovani, sta avvenendo un vero e proprio “boom” di malattie veneree, con un aumento del 50% dei casi di gonorrea e del 20% dei casi di sifilide.

Sono numeri a dir poco sconcertanti e mi sono sentita in dovere di scrivere un pezzo sull’argomento, visto che uno dei motivi principali di questa larga diffusione è proprio la disinformazione unita all’ignoranza.

Chi mi legge da tempo, ormai lo sa come comincio gli articoli: dalle definizioni, per poi arrivare anche ai collegamenti all’arte e alla filosofia, punti immancabili in ogni mio pezzo, nonostante l’argomento.

Che cosa sono le malattie sessualmente trasmissibili? Conosciute anche con gli acronimi MTS (appunto, malattie sessualmente trasmissibili), IST (infezione sessualmente trasmissibile) e STD (sexually transmitted disease, in inglese), si tratta di malattie infettive trasmesse tramite il contagio diretto che avviene durante i rapporti sessuali, orali e anali.

Avete capito bene: sfortunatamente, sono in molti a non ricordarsi che un’infezione può passare da un organismo a un altro anche attraverso il sesso orale o anale, e non sono pochi i patogeni che possono circolare attraverso queste pratiche. Non solo: in certi casi, il contagio può avvenire dalla madre al figlio durante la gravidanza o l’allattamento.

Inoltre, molte di queste malattie possono essere veicolate anche dalla saliva e dal sangue.

Una piccola curiosità: il termine “malattie veneree” veniva largamente usato in passato, soprattutto nei secoli in cui la scienza era praticamente sconosciuta, in riferimento a Venere, la dea della bellezza e dell’amore.

La caratteristica che accomuna tutti questi morbi è che sono “subdoli”: i sintomi, raramente compaiono subito e ciò si traduce non solo in trattamenti farmacologici effettuati in ritardo, ma anche in una maggiore possibilità di contagiare altre persone.

Sono più di 30 i virus, batteri, parassiti e funghi che possono circolare liberamente, se non si prendono le giuste precauzioni durante i nostri incontri sessuali, soprattutto se spesso si tratta di rapporti occasionali.

Tra i malori più diffusi, figura la candidosi, ovvero un’infezione fungina provocata dai funghi lieviti (no, non si parla del lievito del pane o per dolci, ma di funghi formati da una singola cellula eucariota) di tipo Candida. Ci si può ammalare di candidosi sia a livello genitale che a livello orale (quest’ultima è conosciuta volgarmente anche come mughetto) e i sintomi sono sensazioni di prurito, infiammazione e fastidio nell’area colpita, nonché, in taluni casi, anche una patina biancastra sulla mucosa affetta. Se non curata, la candidosi può portare anche alla vaginite, cioè un’infiammazione acuta e cronica della vagina e, in casi di patologie sistemiche può diventare molto grave, potenzialmente letale. Fortunatamente, si tratta di un’infezione, la maggior parte delle volte, facilmente curabile, ma recidiva.

Per quanto riguarda le infezioni batteriche, invece, sono più comuni la clamidia, la gonorrea e la sifilide, tutte e tre trasmissibili anche dalla genitrice al feto nel corso della gravidanza (via transplacentare).

La prima, provocata dal batterio Clamidia Trachomatis, è spesso asintomatica e si palesa, inizialmente, con irritazione genitale, fastidio durante la minzione e bruciore. Se si aggrava, nelle donne può intaccare tube e ovaie.

Anche la seconda (causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae) è in principio asintomatica o comunque non perfettamente distinguibile da una qualsiasi infezione alla vagina o alla vescica. Ciononostante, interessa entrambi i sessi e può portare a conseguenze molto gravi, tra cui l’infertilità. Tra i sintomi più comuni, anche qua: bruciore durante la minzione, perdite vaginali nelle donne e perdite tendenti al bianco, giallastro o verde dall’uretra negli uomini, sanguinamento, prurito anale, dolore e gonfiore ai testicoli.

La terza, generata dal batterio Treponema pallidum, si manifesta attraverso diversi stadi, partendo da un sifiloma (un’ulcera) che può interessare genitali, ano, bocca o gola, passando per macchie rosate sulla pelle denominate “roseola sifilitica” e linfonodi ingrossati e dolenti, per poi concludere con l’intaccamento di svariati organi e, se non si è già intervenuti in tempo, la morte.

Parlando, invece, di MST di tipo virale, le due più diffuse sono l’herpes genitale (virus Herpex simplex) e l’AIDS, entrambe malattie farmacologicamente trattabili, ma non curabili.

Attenzione, qui sorge un appunto, dato che sovente, AIDS e HIV vengono confusi come semplici sinonimi l’uno dell’altro: AIDS è l’acronimo dell’espressione inglese Acquired Immune Deficiency Syndrome (in italiano, SIDA, sindrome da immunodeficienza acquisita) ed è causato dal virus d’immunodeficienza umana HIV. Quindi, l’HIV provoca la comparsa dell’AIDS solo se non viene trattato in tempo.

Al momento, un nuovo farmaco per la prevenzione dell’HIV, il Lenacapavir (un inibitore del capside HIV), è stato clinicamente testato con successo sulle giovani donne di Uganda e Sudafrica.

 

Per non dimenticare la trasmissione del papilloma virus umano, conosciuto anche con l’acronimo HPV (human papillomavirus), un’infezione che prende di mira soprattutto noi donne e che, se non curata, può essere causa di tumori (esiste un vaccino).

Queste che vi ho elencato ed esposto in maniera molto riassuntiva e per sommi capi, sono le STD più diffuse, le fonti da cui ho reperito tutte le informazioni in merito sono l’Istituto Superiore di Sanità e l’Humanitas Research Hospital (potete cliccare qui, quo e qua per alcuni approfondimenti). Il mio vuole essere solo un articolo puramente informativo e non mi sto sostituendo a un dottore. Consultate sempre un medico specialista.

Tornando ai dati recenti, non è l’estate dell’anno corrente 2024 a segnare un picco improvviso nell’aumento di MST.

Le infezioni sessualmente trasmissibili sono in crescita già da diversi anni, più di un decennio.

I numeri forniti dall’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: dal 1991 al 2021, solo in Italia, sono stati registrati più di 151.300 mila affetti da STD, con un incremento sempre maggiore a partire dal 2005.

Il 2020 non fa testo, perché è stato l’anno dell’epidemia da Covid. Un po’ dura far circolare le STD quando si è confinati nelle mura di casa propria.

E infatti, nel 2021, i casi di gonorrea si sono triplicati!

L’anno dopo, un ulteriore aumento: dagli 820 malati di gonorrea del 2021, sono passati a 1200 nel 2022; da 580 affetti da sifilide, sono saliti a 700. (fonte, SkyTg24)

E questi numeri da capogiro non appartengono solo al nostro Stivale. Stando a quanto ha detto l’OMS nel 2021, ogni anno sono 374 milioni circa gli individui che contraggono una malattia, specialmente tra quelle che vi ho sopraelencato.

Sorge una domanda: perché va sempre peggio? Perché i malati aumentano ogni anno?

Come dicevo sopra, il nemico principale è la disinformazione, la totale o parziale mancanza di un’educazione sessuale adeguata.

Questo problema affligge prevalentemente i Paesi del terzo mondo, con il risultato che in molti di essi, la maggior parte delle MST raggiunge un livello epidemico. Basti pensare a tutto il continente africano, dove AIDS/HIV sono tragicamente diffusissimi.

Diversi studi hanno confermato che le giovani ragazze con un tasso di scolarizzazione più basso, hanno 5 volte più probabilità di andare incontro a una gravidanza indesiderata, rispetto a coloro che hanno più istruzione. E in questo sondaggio rientrano anche Paesi occidentalizzati come Stati Uniti e Inghilterra.

In alcuni Stati, poi, vige ancora la pratica barbara del matrimonio infantile, un ulteriore modo di spargere il contagio.

Anche l’Occidente, sfortunatamente, non è esente dalla piaga dell’ignoranza: sono diverse le nazioni che mantengono una mentalità conservatrice e il sesso viene ancora visto come un tabù. Guardate, per esempio, gli USA e la “fantascientifica” diatriba sull’aborto: le donne stanno ancora lottando per questo sacrosanto diritto.

Ben diversa, invece, è la situazione in diversi Paesi del nord Europa, dove l’educazione affettiva e sessuale è una materia obbligatoria, inserita nel programma scolastico già da diversi decenni. È il caso della Svezia, dove il tema viene affrontato sui banchi di scuola già dal 1955. Anche la Germania educa i giovani da molti anni, precisamente dal 1968. La Francia ha seguito il buon esempio nel 2001.

E l’Italia? Beh, noi siamo messi decisamente male! Nel Bel Paese, l’educazione sessuale non è una materia presa in considerazione durante l’orario scolastico. I pochi tentativi di impartire lezione di affettività e sessualità ai giovani, sono spesso orchestrati dai singoli professori o dal preside di un istituto in particolare che, di propria iniziativa, cercano un esperto da invitare sporadicamente come “ospite”, puntualmente sempre criticato. Inoltre, in certi luoghi, il tutto viene affrontato con profonda superficialità già a partire dagli educatori e dai libri di testo. Io sono rimasta scioccata quando, osservando il manuale di scienze di uno studente di terza media, mostravano immagini anatomiche del pene e dei testicoli, ma neanche una che raffigurasse una vagina dall’esterno. C’è sempre questa diseducazione, che insegna ai maschi che possono provare piacere durante un’erezione, che questo piacere culmina con l’eiaculazione. Noi femmine?  

A ogni modo, ho avuto modo di constatare personalmente che, sfortunatamente e senza voler discriminare, il divario nell’istruzione tra nord e sud Italia ha stranamente un ampio gap di differenza.

Laddove la scuola non ha il potere di intervenire, è compito della famiglia insegnare ai propri figli come fare sesso in maniera piacevole, ma soprattutto responsabile. Non solo: è fin dall’infanzia che bisognerebbe introdurre la questione con capacità e delicatezza, aiutando il bambino a scoprirsi e a scoprire il mondo, non relegandolo la sua pubertà nella favoletta del cavolo e della cicogna.

Per retaggio e mancata cultura e giusta istruzione, in molti luoghi principalmente del Meridione, l’argomento è ancora trattato con omertà come se fosse un tema estremamente scomodo e vergognoso. L’attaccamento alla religione cristiana e altri culti ha contribuito, nei secoli, a questo scempio, coadiuvato da una mentalità ancora arcaica (aggettivo severo, ma doveroso).

Il risultato è un numero sempre più crescente di ragazze madri, gravidanze indesiderate, alcune donne non hanno neanche mai fatto una visita ginecologica!

A questo punto, rispondo a un altro quesito: in cosa consiste, esattamente, l’educazione sessuale?

Oltre alla parte prettamente anatomica e biologica, che comprende uno studio degli organi genitali e del loro funzionamento (erezioni, eiaculazioni, gravidanze, ciclo mestruale ecc.), una parte fondamentale, come ho già esposto prima, è quella psicologica e affettiva.

Per comprendere meglio, non posso non menzionarvi Sigmund Freud, il padre della psicanalisi e colui che, per la prima volta nella storia, capì che gli infanti non sono affatto esenti dal tema della sessualità.

Nei suoi “Tre saggi sulla sessualità”, Freud affermava: “Se noi approfondissimo le manifestazioni sessuali del bambino, scopriremmo i tratti essenziali della pulsione sessuale; comprenderemmo l’evoluzione di quelle pulsioni e vedremmo come la sua attrazione ha sorgenti diverse.”.

Per chi sta puntando il dito e gridando alla pedofilia, non c’è niente di più errato: nell’infanzia si parla di sessualità non genitale, ma strettamente connessa al principio di piacere.

E Freud, infatti, distingueva ben cinque fasi nello sviluppo psicosessuale dell’infante.

 

  • La fase orale
  • La fase anale
  • La fase della risoluzione del complesso di Edipo (per i maschietti) e del complesso di Elettra (per le femminucce)
  • La fase latente
  • La fase genitale

Ma di tutto ciò vi parlerò in maniera più dettagliata in un prossimo articolo dedicato alla psicologia sessuale.

È durante la pubertà, poi, che l’educazione sessuale risulta importantissima.

Gli ormoni spingono, spingono, spingono, si ha voglia di esplorare qualsiasi feticcio, si cerca di comprendere le proprie voglie. Insomma, è l’età della scoperta, ma anche dell’insicurezza, dell’accettazione del proprio corpo, dei cambi di umore repentini e il sesso comporta una serie di conseguenze psicologiche e affettive da non sottovalutare. Aspetti che non coinvolgono solo le interazioni sociali tra potenziali partner, ma anche l’orientamento sessuale, tasto decisamente delicato, che richiede una non indifferente dose di dialogo con la famiglia, con i genitori e con il supporto di un professionista.

È in questo momento che è importante l’introduzione del discorso sui contraccettivi: il preservativo è il metodo migliore per non incorrere nelle STD, mentre per le gravidanze indesiderate si parla di pillola anticoncezionale. Attenzione: la pillola non funge da barriera per le malattie, solo i condom proteggono. Anche se difficilmente reperibile nel nostro Paese, esiste anche il preservativo femminile, che può fungere da difesa contro le IST.

E poi, è l’età dell’incoscienza. Lo spirito di avventura con la mancanza di consapevolezza, porta i ragazzi a commettere errori con conseguenze possibilmente pericolose. Basti pensare alla Sex roulette, una nuova challenge nata sui social in questo momento. Lo scopo della sfida è semplice: sui gruppi Telegram, Whatsapp o di altri canali più nascosti, si organizzano party tra adolescenti in cui si fa sesso con più partner senza alcuna precauzione, perde chi rimane incinta. Nei casi più gravi, viene coinvolta una persona sieropositiva all’HIV, di cui non si conosce l’identità, e perde chi, tra i ragazzi, si becca il virus. Sono tanti i video surreali di teenager che, avendo fallito nella sfida, pubblicano foto del test di gravidanza con frasi stupide, filmando anche il momento dell’aborto come se fosse un balletto di TikTok.

Posso descrivere questa challenge come oscena, ripugnante, idiota e sconvolgente.

È questo il risultato della mancanza di una giusta educazione sessuale e sintomo di una società ormai alla deriva. Qualcuno è in grado di fermare tutto ciò?

Eppure, il sesso dovrebbe essere affrontato con naturalezza. In fondo, stiamo parlando di un’attività che ha insito qualcosa di “sacro” e di “profondo”.

Lo avevano capito già nel Paleolitico. Sono testimoni di questa venerazione le cosiddette Veneri, delle statuette grezze raffiguranti esseri femminili con grandi seni e un corpo di proporzioni abbondanti, simboleggianti la fertilità e conosciute anche come veneri steatopigie (derivante dal greco, letteralmente “dalle grosse natiche”) o callipigie (sempre dal greco, “belle natiche”).

Se cerchiamo, invece, quale sia la prima rappresentazione artistica di un rapporto sessuale vero e proprio, dobbiamo spostarci in una grotta di Betlemme, nel 9000 a.C. circa, con la scultura di 10 cm “Gli Amanti di Ain Sakhri”, scoperta da René Neuville nel 1933.

Le popolazioni antiche in Egitto, in Grecia e a Roma, rappresentavano il sesso come qualcosa di mitologico, umano e allo stesso tempo divino, con grandissimi riferimenti erotici nella pittura, nella scultura e nella scrittura. Pensate solo agli dei dell’Olimpo… Loro sì che sapevano come divertirsi, tra tradimenti, incesti, zoofilia, orge di ogni tipo, lode al dio Bacco!

All’epoca esisteva già una sorta di preservativo rudimentale, fatto con il budello della pecora. Igiene portami via!

Poi è arrivato il Medioevo, ed ecco la tragedia: l’avvento del cattolicesimo ha rovinato la visione dei rapporti sessuali, catalogandoli come qualcosa di peccaminoso, se non addirittura oltraggioso. Fu in quel momento storico che nacque il concetto di silenzio e di censura sessuale: venivano preferite la castità e la virtù, con un ripudio nei confronti delle nudità e oscenità (vorrei ricordare a tutti che la continuazione della vita sulla Terra avviene grazie a questo atto di procreazione e per opera dello Spirito Santo: pare sia avvenuto una volta sola).

Nonostante ciò gli artisti e miniaturisti si dilettavano a proporre certi argomenti considerati proibiti, nei limiti del possibile e della sacralità. La simbologia, in questo senso, è accorsa come un cavaliere su di un cavallo bianco. La sessualità tra uomo e donna, per esempio, veniva affrontata attraverso il racconto di Adamo ed Eva. Oppure, nei manoscritti gotici con illustrazioni ai lati delle pagine, venivano offerte immagini satiriche che mostravano i peccati dell’uomo.

Fu il Rinascimento a riportare in auge l’argomento, basti pensare alla famosa “Nascita di Venere” di Botticelli, tempera su tela di lino del 1485, raffigurante una Venere completamente nuda.

Nella storia, comunque, non mancano opere inerenti alle malattie sessualmente trasmissibili o all’educazione sessuale. Ne è un esempio un’ironica cartolina francese di epoca vittoriana, raffigurante una donna che cerca di scacciare a ombrellate una cicogna, simbolo delle gravidanze indesiderate.

Risale al 1529, invece, un olio su tavola di Lucas Cranach il Vecchio (pittore e incisore tedesco rinascimentale), intitolato “Venere e Cupido”.

Nell’opera possiamo osservare i due personaggi ignudi, i cui corpi vengono messi in risalto dai colori scuri di un cespuglio d’alloro alle loro spalle. In questo contesto, Venere è una cortigiana, visti il copricapo e il girocollo, intenta a raccogliere i frutti di un albero, in riferimento all’iconografia di Eva che coglie il frutto proibito. Cupido, detto anche Amore, ha rubato un favo che tiene tra le mani, ma le api lo stanno tormentando e pungendo. Ecco la simbologia della contrazione di una malattia venerea.

Altra rappresentazione interessante sul tema è quella di Albrecht Dürer, artista tedesco rinascimentale, che intorno al 1484 incise “Uomo sifilitico”. All’epoca, si pensava che la sifilide fosse una malattia portata dai popoli gallici e per questo era conosciuta come “morbo gallico”. In questa raffigurazione, l’uomo è orrendamente coperto da chiazze su tutto il corpo e l’avvento della sua malattia è stato collegato, dall’artista, alla congiunzione di Giove e Saturno in Scorpione, avvenuta proprio quell’anno. Con questa rappresentazione, Dürer ha voluto mostrare la profonda connessione tra gli astri e il corpo umano.

E ancora, “Sifilide” di Ramon Casas, pittore caricaturista spagnolo vissuto tra il 1866 e il 1932. Nel suo dipinto, la sifilide viene inscenata con un’allegoria perfettamente comprensibile dagli adulti e non dagli infanti. Viene inquadrata una prostituta devastata dal morbo. Ne sono sintomi la carnagione pallida, il viso scavato, i capelli sfatti e stopposi. Nelle mani, porge un fiore, simbolo del suo sesso, ma sotto il braccio che lo sorregge, nascosta nella veste, vi è una serpe, simbolo dell’infezione che, subdolamente, attacca non appena cerchi di cogliere quel fiore.

Insomma, anche l’arte ci insegna che l’educazione sessuale è importante, così come ci mostra che il sesso è qualcosa di naturale, di significativo, che, se fatto con responsabilità e coscienziosità, può essere un’esperienza meravigliosa.

Non bisogna essere imbarazzati dalle proprie voglie, dai propri desideri, dalle proprie pulsioni, se queste non ledono terzi. Ciò che è essenziale è un dialogo aperto e costruttivo, per far sì che le malattie non si propaghino come una piaga.

D’altronde, come diceva Don Andrea Gallo, presbitero italiano (per quanto paradossale con la mia visione sia citare un uomo di Chiesa): “L’educazione sessuale dovrebbe essere un punto centrale. […] È un dono di Dio la sessualità.”

Scritto da Camilla Marino